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Osservazione e deduzione

Lord Robert Baden Powell
Lord Robert Baden Powell

Baden Powell era un militare, e ha svolto servizio prevalentemente in Africa. Lì ha potuto esercitare l’arte dello scouting, dell’esplorazione. Da questa attività ha preso spunto la sua idea di “Osservazione e Deduzione”, punto importante del metodo scout.

Leggendo “Scoutismo per Ragazzi” si può scoprire che all’argomento è dedicato un intero capitolo, il quarto, che comprende 3 chiaccherate, che prenderei come guida per quella di stasera:

  • osservazione di “indizi”
  • come seguire la tracce
  • interpretazione delle tracce o “deduzione”

Prima però una domanda. Perché B.-P. ha ritenuto così importante il tema dell’osservazione e deduzione da proporlo nel suo libro più famoso? Bisogna proprio ammettere che l’approccio di Baden Powell spesso è diverso dal nostro: aveva le idee così chiare che non ha perso molto tempo a spiegare perché individuare e seguire un traccia sia tanto importante per la vita di ciascuno. Ha detto semplicemente e testualmente che

“Ricordate: uno scout considera sempre come un grande disonore che un profano scopra una qualunque cosa prima di lui, e ciò sia che si tratti di una cosa molto distante, che di una che ci stia quasi sotto i piedi”.

Sembra di ascoltare i punti della legge: “lo scout è… “ Noi cresciuti in una società complessa e relativizzante non riusciamo a digerire facilmente una affermazione del genere, abbiamo bisogno di una dimostrazione, dei motivi, del motivo che ci sta sotto. E invece B.-P., cresciuto forse in un mondo più semplice (anche se più difficile), ritiene che sia ovvio dover essere bravi osservatori e poi deduttori, così ovvio da non doverlo motivare. D’altronde se vivessimo nella foresta con gli indigeni e le belve selvatiche verrebbe ovvio anche a noi pensare che saper riconoscere le impronte, gli odori, le piante, sia essenziale.

Il problema è che nel nostro intimo crediamo che la foresta viva di regole diverse da quelle del nostro mondo. Ecco perché con i ragazzi rischiamo di fare meno scauting e più teoria.

E come dire: “Vuoi giocare a calcio? Devi saper calciare un pallone con i piedi” Ovvio.

E allora “Vuoi essere uno scout? Devi imparare a seguire le tracce”. Poi alla fine capirai che questo è servito alla tua vita, senza che nessuno te l’abbia motivato prima di provarlo.

Tutta questa disquisizione per dire una cosa: la proposta scout è di per sé “Osservazione e Deduzione”. Prima la provi, ti butti, ti dai da fare, giochi la tua partita, poi ci pensi e ne trai dei significati. Non l’inverso.

Ma allora come convincere i ragazzi a seguirci senza prima poter dimostrare che ciò che proponiamo è importante? Con le esche. Ciò che proponiamo deve essere allettante, entusiasmante, coinvolgente, appassionante.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo alle chiacchierate:

Osservazione di “indizi”

tracce

B.-P. invita essenzialmente a tenere gli occhi aperti, a camminare per strada osservando le vetrine, la gente che incrociamo, le parole che sentiamo, i rumori e gli odori che avvertiamo. Invita a tener svegli i sensi.

Se cercate una riga che spieghi perché, rimarrete delusi. Si deve fare e basta. “Potrebbe accadere a qualcuno di voi di essere il primo a scoprire il cadavere di un uomo”. Questo è pazzo. Bene, allora andate a leggere gli “esercizi” che propone alle pattuglie: sono i giochi che proponiamo spesso durante le attività o ai fuochi di bivacco. Gioco di Kim, la Monetina nascosta, Alce Rossa… Spesso proponiamo questi giochi per riempire tempi e spazi, o per divertire i ragazzi… in realtà B.-P. li propone per esercitare lo spirito e le capacità di osservazione, perché queste crescono se esercitate, altrimenti sopiscono. Un po’ come il fisico.

Anche la notte è preziosa per allenare i sensi, perché quello principale, la vista, è ridotto.
Vuoi vedere che i giochi notturni servono a questo? E noi che credevamo dovessero principalmente far paura…

Osservare le persone, i comportamenti, la gestualità, la parlata… un gioco che può diventare anche un modo per diventare sensibili e quindi rispettosi della sensibilità altrui… ma corriamo troppo per i gusti di B.-P.

Osservare gli altri e quello che accade intorno (lontano o sotto i nostri piedi) è un esercizio che aiuta sicuramente a prendere un pò le distanze da noi stessi e ad aprirci al resto del mondo. Chi cammina a testa bassa rimurginando se stesso rischia di perdere occasioni per ridimensionare o risolvere i propri problemi, ma per far questo è necessaria la testa alta, l’occhio vigile, la pazienza e l’attenzione.

Come seguire la tracce

lente

Credo che la differenza tra osservare gli indizi e seguire la traccia stia nella capacità di cogliere la sequenzialità delle cose. Se osservo un’impronta di lepre sulla neve davanti a me, è facile che ce sia un’altra ancora qualche metro più in là e poi un’altra ancora e a questo punto è facile immaginare in che direzione sta scappando la lepre… sembra scontato, vero? Non lo è.

B.-P. consiglia nel seguire una traccia di abbandonarla ogni tanto, e di girare largo per poi tornare lì dove ci aspettiamo di incrociarla di nuovo. Perché? Perché il nemico o la preda ogni tanto potrebbe girarsi per paura di essere inseguito e così ci vedrebbe immediatamente. Per seguire una traccia è importante saperle conoscere, riconoscere e capirle. Capire se un animale è zoppo, se la traccia è fresca o di qualche giorno, se ha stazionato, se ha accelerato la corsa… competenza, ci vuole competenza, non solo i sensi in allerta.

Ecco una altra differenza, la competenza. Non ci si improvvisa scout, anche se dotati di fiuto. Bisogna prepararsi.

Queste prime due chiacchierate di B.-P. mi ricordano la prima fase del capitolo di branca RS, quella del VEDERE. Il noviziato che viene coinvolto nel momento dell’INCHIESTA, in cui si raccolgono informazioni, dati, (OSSERVAZIONE) ma che devono anche essere classificate, ordinate, selezionate (SEGUIRE LA TRACCIA). Non siamo ancora nel momento della deduzione, stiamo riordinando le carte, stiamo dando un ordine, un verso, una sequenza.

Quante volte i numerevoli input che i ragazzi ricevono ogni giorni da mille fonti diverse non trovano ordine, priorità, relazioni e contraddizioni tra loro, rimangono lì senza capo né coda.

Interpretazione delle tracce o “deduzione”

lupo
lupo

Qui basta citare le parole di B.-P.: La deduzione è proprio come leggere un libro. Un ragazzo che non abbia mai imparato a leggere, se vi vedesse con un libro in mano, vi domanderebbe: “Come fai?”. Gli spieghereste allora che tutti quei piccoli segni sono delle lettere e che queste lettere raggruppandosi formano delle parole. Le parole formano delle frasi, e delle frasi danno il significato. E, con la pratica, si arriva a leggere questo significato con una sola occhiata, proprio come in un libro, senza bisogno di perdere tempo a compitare ciascuna parola lettera per lettera.

Trovare i significati. Ecco il punto.

Allenare la mente a cogliere significati dalla raccolta di informazioni (tracce). Direi che qui siamo nel campo della logica, ma il confine con il campo valoriale non è distante. Sempre riferendosi al Capitolo di branca RS, siamo nella fase del GIUDICARE, dove entrano in gioco anche i metri con cui misuriamo la realtà e quindi la giudichiamo. Quali valori di fondo? Quali guide nel nostro prendere in mano i problemi?

Questo gioco dello scauting sfocia naturalmente nel difficile terreno dell’AGIRE

Il cacciatore dopo aver scorto alcune traccele della preda le ha seguite, ne ha dedotto il comportamento, la stazza, la forza e alla fine la raggiunge catturandola.

Qui il gioco si fa duro.

 

 E noi capi ?

Quale esercizio di osservazione svolgiamo sui ragazzi? E quale deduzione/azione?

Sicuramente osserviamo i comportamenti, gli interventi, la comunicazione anche non verbale dei ragazzi.

Forse più complicato è seguire la traccia, ovvero di mettere assieme i tasselli, dar loro un ordine, una priorità e poi di dedurre cosa il tutto significhi.

Credo, per esempio, che sia più facile rimanere colpiti da cosa ci dicono o fanno i ragazzi piuttosto che ricondurci al motivo per cui l’hanno detta quella cosa o compiuto quel gesto.

pinocchio
pinocchio

I ragazzi spesso ci vogliono mandare messaggi che non coincidono con ciò che dicono o fanno. Sta a noi scovare la traccia, isolarla, ritrovarla senza farci vedere, e poi dedurre il messaggio, il bisogno che sta dietro.

Dobbiamo diventare veramente cacciatori abili e attenti, perché la nostra preda è veloce, sfuggente e si mimetizza ovunque.

La domanda che dobbiamo porci è sempre: Perché mi ha cercato? Perché ha detto così? Perché si è comportato così?

Ci vuole:

– capacità di ascolto

– calma e pazienza: non cadere nel tranello di offendersi, prendersela

Quanti esempi ci sono in questo senso? Quante volte come cacciatori abbiamo perso la preda?