“Don Chisciotte”
di Francesco Guccini
dall’album “Stagioni” EMI 2000
L’alba, in autostrada. Camion pesanti in sorpasso che non lasciano correre. Accendo il lettore e parte la traccia 7 del cd che ascoltavo la sera prima, è Guccini e la canzone si intitola “Don Chisciotte”.
Un ritmo incalzante mi risveglia i sensi e mi incuriosisce il dialogo cantato fra il Francesco/DonChisciotte e “Flaco”Biondini/Sancho Panza.
“Proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto di uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto: vammi a prendere la sella…” esorta un don Chisciotte volenteroso e indomito, votato contro l’ingiustizia.
“Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore (…) è un testardo, un idealista, troppi sogni nel cervello, io che sono più realista mi accontento di un castello” sussurra tra sé un Sancho con i piedi per terra.
Non c’è più l’autostrada, l’auto mi ha capito e va da sola. E io penso a quand’ero don Chisciotte, non tantissimo tempo fa, a quando la passione mi riempiva le ore, fino a dilatarle, a quando guardavo i problemi del mondo dritti negli occhi senza abbassare i miei, a quando cinque riunioni la settimana non erano un’idiozia, a quando ero certo di essere veramente utile a qualcuno… . Mamma, sellami il cavallo, c’è bisogno di me. Sì… ho le chiavi e torno presto.
“Salta in piedi Sancho è tardi, non vorrai dormire ancora. Solo i cinici e i codardi non si svegliano all’aurora. Per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri” esclama sempre più convinto don Chisciotte.
“Io sarò un codardo e dormo ma non sono un traditore! Credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane il solo metro che possiedo, com’è vero che ora ho fame!” si giustifica il buon Sancho.
Sancho io lo capisco. Lo capisco adesso, quando a forza di riunioni non vedo mia moglie per giorni e dico “non è giusto!”. Quando vedo che quanto è stato costruito con pazienza e fatica di molti viene sprezzato e spazzato via dall’ignoranza e superficialità di pochi. Quando vedo che è vero che non saremo noi a vedere i frutti, e dubito anche per i nostri figli. Quando vedo che il “noi” di un tempo era spesso un “io” ottimista.
Mamma, domenica veniamo a pranzare da voi. Sì, saremo puntuali.
Alla fine, dopo aver duettato ancora un po’ ciascuno secondo il suo punto di vista, entrambi, in coro, cantano: “…e anche se siamo soltanto due romantici rottami sputeremo il cuore in faccia all’ingiustizia giorno e notte, siamo i grandi della Mancha, Sancho Panza e Don Chisciotte!”
Chi dei due avrà compreso l’altro? Chi dei due farà strada e chi accompagnerà?
Per mille saraceni indiavolati! Sto sfrecciando a 100 km/h, e non riesco a capire se quello ad un centinaio di metri è un feroce drago o il casello autostradale… E adesso chi frena? Non occorre, ho il Telepass! Hai capito, don Chisciotte? Io ho il Telepass…
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