di me non vorrei dire molto, perché ho fatto un patto con il mio ego: dico quello che ho detto e basta.
Capiamoci, quello che ho detto (o ho creduto di dire) non è di fondamentale importanza, né di particolare significato.
Ma è quello che ho detto, e questo, per me, ha un certo valore.
Aprendo di tanto in tanto il cassetto delle cose che ho detto, per riprenderne alcune o solo per assicurami che fossero ancora lì, mi sono chiesto se poteva esserci un motivo per pubblicarle.
Non ne ho trovato nessuno che non fosse figlio dell’ego.
Allora mi sono chiesto se potevano esserci dei motivi per lasciarle per sempre chiuse nel cassetto.
Anche in questo caso non ne ho trovati, ma ho ritenuto questa assenza più importante della prima.
Qualche assunto bisogna pur farlo.
Sono bottiglie con un messaggio arrotolato e infilato dentro, tappate e lasciate andare nell’acqua.
Potrebbe essere interessante sapere chi le raccoglierà, e quando.
Mettiamola così: se vi va, stappate la bottiglia e leggete il biglietto.
Ah, se volete poi dirmi che avete trovato la bottiglia e avete letto il biglietto allora vi lascio un modo per farlo: